Sezioni omicidi - lucchesi 3 by Gianni Simoni

Sezioni omicidi - lucchesi 3 by Gianni Simoni

autore:Gianni Simoni [Simoni, Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788850233281
editore: Tea
pubblicato: 2013-06-25T22:00:00+00:00


Capitolo 15

Accompagnato Farrandino al seguito dell’ambulanza, Lucchesi raggiunse gli altri, dove si erano dati appuntamento. Mangiarono qualcosa tutti insieme, in un locale che faceva le ore piccole e aveva i tavolini all’aperto. Lucchesi in un cantuccio, un piatto di prosciutto e un paio di birre alla spina.

Carniti si offrì di riaccompagnarlo a casa. Accettò, era troppo stanco per rifiutare.

Restò sotto la doccia un quarto d’ora, poi mise tutti gli indumenti che aveva gettato per terra in un sacchetto di nylon. Li avrebbe lasciati in lavanderia il giorno dopo, andando in ufficio. Avrebbe potuto andarci più tardi, tanto ci sarebbero stati soltanto Lucia Anticoli e Minniti, che sulla giornata di riposo non avevano voluto sentir ragione.

Aveva commesso l’errore di bere un caffè. Di solito non influiva sul suo sonno, ma quella era stata una giornata particolare.

Si mise alla finestra. Da casa sua riusciva a vedere il cielo stellato. Accostò la poltrona alla finestra e accese una sigaretta, tirandosi vicino il posacenere. Smise di fumare, e di pensare, quando si accorse che l’alba non era lontana. Ma restò in poltrona e finì con l’addormentarsi.

Verso le nove venne svegliato dallo squillo del cellulare. Gli ci volle un momento per ritrovarlo, finché ricordò di averlo lasciato in una tasca dei pantaloni destinati alla lavanderia. Fece in tempo a recuperarlo che ancora squillava.

«Pronto, Lucchesi.»

«E io, Lucia.»

«Che ore sono?»

«Le nove. Pensavo che avessi deciso tu di prendere il giorno di riposo, e volevo sincerarmene.»

«Ma che riposo e riposo! Il fatto è che per quel dannato caffè mi sono addormentato tardissimo e ho dormito in poltrona.»

«Quanto ti ci vuole a essere pronto per uscire?»

«Un quarto d’ora, venti minuti al massimo.»

«Passo a prenderti in macchina.»

Non ebbe il tempo di protestare.

Ci mise meno del previsto e, quando arrivò Lucia Anticoli, era già in strada ad attenderla, fumando nervosamente.

L’auto si fermò alla sua altezza e Lucia gli spalancò la portiera. «Ti vedo rimesso a nuovo. Anche la giacca con questo caldo?»

«Per forza. Un salto da Alinovi mi sento in dovere di farlo, e poi mi aspetta Politi in Procura. Visto che non hai voluto godere del turno di riposo, mi darai una mano a stendere la relazione, e poi andremo insieme dal questore e in Procura.»

«Lo ritieni necessario?»

«Sì, anche perché con questa brutta storia di via del Torchio mi hai dato un aiuto determinante.»

«Tu dici?»

«Certo. Se non fossi stata tu a sentire la vedova Franceschini e, soprattutto, la sorella di Clara Lombardi, non credo proprio che avremmo risolto il caso con tanta facilità.»

«Grazie.»

«Una cosa, prima che me ne scordi: strada facendo, fermiamoci in quella lavanderia di Cesare Correnti. Devo lasciare il sacchetto con gli indumenti che indossavo ieri sera. E poi, prima di arrivare in ufficio, prendiamo un caffè come si deve. Scusa, potrei guidare io?»

«Va bene, anche se di solito…»

«È che voglio fare un po’ di pratica.»

Lucia Anticoli gli cedette il posto.

Scaricato il sacchetto di biancheria, trovarono un bar invitante.

«Per me un caffè. Tu cosa prendi?» domandò Lucchesi.

«Un caffè anche per me. Non pensare di essere il solo a non aver dormito.



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